Scialpinistica sul Gran Paradiso – Giorno 1

Sono consapevole che le sole parole di questo post non potranno certamente dare al lettore un’idea adeguata di tutte le emozioni provate nonchè subite in questa nuova avventura. Nonostante ciò  sono confortato dal fatto che le foto scattate mi daranno una preziosa mano nel difficile compito che la mia narrazione si prefigge. Ad essere sinceri il Gran Paradiso, o più semplicemente il Grampa, è già stata una meta del mio vagabondare…. vedi qui http://mftt-anny.blogspot.it/2010/08/il-giro-del-gran-paradiso-in-mtb.html.  In quel caso il mezzo era diverso, ma le emozioni che mi hanno fatto provare questi posti incantevoli mi hanno dato la spinta decisiva per lanciarmi in questa avventura. Visto che in mtb ho girato attorno al gruppo montuoso del Gran Paradiso ammirandolo sempre dal basso verso l’alto, non potevo certo lasciarmi scappare l’opportunità di poter mettere i piedini, o meglio gli sci, sulla vetta più alta. Possiamo quindi tranquillamente ringraziare il gruppo CAI di Reggio per aver dato a me e alla Sammy la possibilità di salire su questo unico 4000 completamente in territorio italiano: il Gran Paradiso.

Giorno 1 Pont – Rifugio Vittorio Emanuele II

L’avventura parte dal parcheggio di Pont al termine dell’incantevole e selvaggia Valsavarenche. Siamo in un bel gruppone di circa una ventina di persone. Purtroppo i nomi di quasi tutti i partecipanti si sono mischiati nella mia testolina o persi completamente… pazienza!! Con l’avanzare degli anni non può certo migliorare la mia memoria da scimmia urlatrice.

Nella tarda mattinata di sabato, con una calma quasi buddista, iniziamo con gli sci ai piedi l’avvicinamento sul facile percorso da sci fondo.

La giornata è stupenda e il sole a picco ci cuoce lentamente le nostre povere testoline.
Purtroppo dopo pochi tornanti ci rendiamo ben presto conto che l’innevamento non sarà sempre sufficiente costringendoci anche a lunghi tratti con gli sci sulle spalle.

Intanto la salita si fa dura e un tornante dopo l’altro acquistiamo velocemente quota. La fatica però non ci spaventa più di tanto, il panorama è talmente bello da catturare completamente la nostra attenzione.

Il caldo e la pendenza costante si fanno sentire e man mano che ci avviciniamo al rifugio Vittorio Emanuele il gruppo si allunga.

Finalmente scavalliamo il primo degli infiniti promontori che ci separeranno dalla nostra vetta e davanti a noi si para il Tresenta in tutta la sua imponenza.

Lentamente ad ogni metro di ascesa conquistato si affacciano altri timidi tremila:il Ciarforon e Becca di Monciair, che assieme al Tresenta creano un panorama da stordire.

Una volta ripresi dalla bellezza del posto, ritorniamo presenti e ci rendiamo improvvisamente conto con gran piacere di essere ormai giunti al Rifugio.

Siamo arrivati al affollato rifugio, mi sto già togliendo gli scarponi e mi sembra di sentire il gusto luppolato di una birra, quando la Sammy interrompe immediatamente il mio sogno ad occhi aperti. Non sentendosi completamente soddisfatta della salita convince un gruppotto di poveri a salire per un altro tratto, tanto per tirare alla imminente cena.

Saliamo per un centinaio di metri su un pendio vicino dal punto di vista spaziale, ma ai miei occhi dolorosamente distante dalla mia agognata birra.
Fortunatamente una volta spellato scendiamo velocemente su ottima neve nonostante l’ora tarda fino a raggiungere il gruppo rimasto al rifugio.

Visto la levataccia mortale che ci aspetterà l’indomani, non ci rimane altro che cenare e dopo una interessante nonchè utilissima lezione sui nodi, dirigerci alle nostre brande.

Qui la Traccia GPS

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