Quasi Cevedale


Per questo lungo we pasquale non ho scelta: anny è da una settimana che mi parla del Cevedale e non avendo proposte migliori, dopo un accurata valutazione, si decide di partire. Lasciamo la bassa un po’ uggiosa sabato pomeriggio diretti in val Martello dove pernottiamo nel nostro furgone nei pressi dell’hotel paradiso (quota 2050) da dove partono diverse scialpinistiche. Alle 7,20 della domenica mattina abbiamo già gli sci ai piedi e iniziamo la luuuuunga ma dolce salita che ci porta fino al rifugio casati (quota 3250).

Presso il Rifugio Nino Corsi:

Altro che Pascqua, siamo in pieno inverno:

La lunga risalita lungo il ghiacciao nella valle del rio Plima:

Si alza il vento:

Arriviamo circa all’ora di pranzo, giusto in tempo non solo per un buon piatto di pasta, ma anche perchè subito dopo il nostro arrivo la visibilità si fa molto critica e il vento, che già ci aveva accompagnato per tutta la salita, sbuffa con ancora più cattiveria.

 Passiamo un pomeriggio all’insegna del riposo della lettura e delle chiacchiere con i pochi altri scialpinisti italiani che sono al rifugio.

La mattina dopo ci svegliamo con un cielo e una vista da urlo! Siamo i primi a lasciare il rifugio, il freddo è sempre più tagliente e il vento non molla.

Il Rifugio Casati

 Il Gran Zebrù sullo sfondo

Attraversiamo il ghiacciaio, in un ambiente unico e mozzafiato. In poco tempo arriviamo sotto alla pala finale.

Meno di 100 metri di dislivello ci separano dalla vetta, ma la situazione ci sembra al limite. Un grosso distacco di neve ventata taglia tutto il muro su cui dovremmo passare e non ci fidiamo. Decidiamo di aspettare altri sci alpinisti che arrivano per scambiarci le opinioni, ma siamo un po’ avanti e ci tocca aspettare almeno mezz’ora prima di vedere arrivare i primi due. Sono padre e figlio forse austriaci, secondo il padre non c’è pericolo e ci indica una traccia (che poi farà) che io non avrei scelto. Nel frattempo siamo congelati e dobbiamo prendere una decisione. Niente, rimaniamo della nostra idea. Ci caviamo le pelli e iniziamo la lunghissima discesa su ghiacciaio. Davanti a noi il gran Zebrù sembra guardarci severo.

Dopo quasi 1500 m di discesa facciamo tappa al rifugio corti per scongelarci e riposarci un po’…. Un ultima discesa e siamo di nuovo al furgone.

 Questa volta niente cima, ma non ci importa, la montagna va sempre rispettata, e a volte va bene anche temerla. Ci portiamo comunque nel cuore due giorni in un ambiente spettacolare!!!!!

By Saminviaggio

Qui la traccia GPS

https://photos.gstatic.com/media/slideshow.swf

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