Appena lasciato il rifugio attraversiamo il bellissimo borgo di Sant’Anna.
Sembra di ripiombare improvvisamente a cent’anni fa, dove le comodità non erano sicuramente ancora state inventate.
Lasciate alle spalle un gruppo di case in pietra cominciamo a salire dolcemente lungo il pendio a nord che ci porterà fino al contrafforte roccioso di rocca Vuorze. Qui le pendenze aumentano senza però risultare mai esagerate.
Arriviamo quindi al fondo del Pian Traversagn, davanti a noi si apre un anfiteatro di montagne da mozzare il fiato. Ogni vago ricordo della civiltà, ad eccezione di qualche piccola costruzione in pietra, viene allontanato dallo spettacolo che ci si para di fronte.
Intravediamo anche la nostra meta, la rocca la Marchisa, da questo punto di osservazione sembra una torre di rocce irraggiungibile. Intanto il sole sembra che si sia deciso a farci un saluto, era ora finalmente! Superati gli ultimi casotti in pietra, oltre un ripido pendio carico di neve, arriviamo in vista del colle della Marchisa.
Voltando le spalle al pendio vengo rapido dalla vista del Monviso che si staglia fiero sopra ogni altro monte, nel suo abito invernale sembra ancor più minaccioso di come lo ricordavo.
Come previsto dal meteo comincia ad alzarsi il vento, in vetta al colle ci sarà da tenersi stretti visto i pennacchi di neve che si vedono in cresta. Come da programma il vento ci scuote buttandoci in faccia fastidiosi aghi di ghiaccio e neve.
Per fortuna bastano pochi metri per potersi riparare dietro la parete sud che porta alla vetta. Viste le raffiche di vento decidiamo di abbandonare momentaneamente gli sci e calzati i ramponi, di percorrere a piedi gli ultimi metri fino alla croce sommitale.
Con un pò di fatica siamo in breve in vetta. Non rimane che complimentarci a vicenda e godere un panorama sconfinato di alte montagne che si perdono in tutte le direzioni.
Ritornati agli sci ci lanciamo entusiasti in discesa lungo la via di salita. L’ottima neve complice l’adrenalina per aver raggiunto la vetta ci carica,euforici come tanti alcolizzati alla festa della birra ci bruciamo in un lampo tutto il dislivello faticosamente conquistato in salita. Arrivati a Sant’Anna non ci resta che brindare alla giornata appena trascorsa, carichi di ricordi indimenticabili.
Grazie ancora a Erika, Fabio e a tutto il gruppo del cai di Parma per la compagnia perfetta!!!