Giorno 3: Pontresina – Selva di Poschiavo
Distanza: 36 km
Dislivello: 1000 m
Difficoltà: Media, ciclabilità totale (tranne la variantina inutile per arrivare a Selva)
Per fortuna anche questa tappa sulla carta non dovrebbe essere molto faticosa permettendoci così di recuperare un pò le energie spese il primo giorno e arrivare freschi all’ultimo. Il dislivello contenuto, belle discese tecniche e l’assenza di tratti poco ciclabili sono caratteristiche che sintetizzano perfettamente la descrizione della tappa e in generale di un gran bel giro in mtb.
La prima parte coinciderà quasi fedelmente con il percorso che costeggia la linea del famoso Bernina Express, una tratta che avevo già percorso durante la transalp del 2011.
Attraversiamo su stupendo sentiero in salita la valle del Bernina incrociando più volte i binari del trenino rosso. La valle è ampia e pochissimo urbanizzata, ci sembra quasi di essere pionieri in un territorio inesplorato.
In leggera salita raggiungiamo il Lago Bianco senza grandi fatiche, il panorama attorno a noi è come sempre una gioia per gli occhi. Il Bernina sembra accompagnarci per mano per tutto il percorso come un genitore premuroso che tiene sottocchio i propri figli.
Raggiunto la diga che da origine al lago Bianco prendiamo una deviazione non programmata verso il rifugio Mason. La salitona provoca l’ira di qualcuno, ma la vista che ci aspetta dal balcone naturale dove sorge il rifugio ci ripagherà abbondantemente delle fatiche.
Ci saziamo non solo della vista, ma anche meno poeticamente al rifugio con birre e cibi pesantissimi per poi ripartire in discesa. Il sentiero è meraviglioso, mai troppo difficile, un susseguirsi armonioso di curve che serpeggiano lungo il fianco della valle glaciale. Il lago di Palù, di un azzurro intenso, ci aspetta un centinaio di metri più in basso.
La discesa però non è ancora finita, adesso ci aspetta un tratto molto tecnico che esalterà i più votati al freeride. I gradoni rocciosi fanno da padroni in questo tratto, non è permesso fare sbagli a meno di non vedersi ribaltati sulle dure pietre.
Nel punto dove spiana ci fermiamo un attimo per farci i complimenti quando il rumore di una cascata attira la nostra attenzione. Dopo poco siamo tutti con i piedi a mollo nell’acqua gelata ad ammirare la potenza dell’acqua.
Il divertimento in discesa purtroppo è quasi finito, una volta raggiunto l’abitato di Cavaglia non ci resta che recuperare quota e costeggiare il fianco della valle in un continuo sali scendi fino al borgo di Selva di Poschiavo. A parte una deviazione non proprio azzeccata proposta da me che ci ha fatto fare un duecento metri di dislivello impedalabili al posto di una comoda strada asfaltata, tutto procede liscio. Attraversiamo campi rasati perfettamente al millimetro, da non crederci. Minkia se sono precisi sti svizzeri.
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
Mai seguire le sue varianti….mi meraviglio di Kevin che lo sa!!!!!!!;-)
Ma dai che è stata divertente la deviazione… 🙂
Molto divertente.
Questo è spirito di avventura
son daccordo,là deviazione è stata un toccasana!ce ne vorrebbero!!!!