L’eroica – Un salto nel Passato

Ormai è da qualche mese che non aggiorno il blog ed essendo come al mio solito in Arabia e non avendo un caxxo da fare mi chiedo “ perchè non riprendere a scrivere?”
 La mia prima, nonché stupenda, esperienza di cicloturismo mi sembra poi l’occasione ideale per ridare slancio alla mia misera carriera di blogger.
A essere sinceri, quando la Samy mi ha proposto di fare un’esperienza in bici in completa autonomia, ero un po’ scettico all’inizio. Uno… perché non avevo assolutamente niente come attrezzatura, due… perché mi sembrava una cosa troppo soft per i miei gusti. Fare il cicloturista non mi ha mai realmente attratto, ma mi sono forzato di accettare comunque la proposta. Ho pensato “bisognerà pure essere aperti a nuove esperienze senza avere pregiudizi”. Giusto il tempo per attrezzarmi con portapacchi e borse e il gioco è fatto: la mia adorata blue pig è stata trasformata o è meglio dire violata?  in una perfetta bici da cicloturismo.

Il percorso che abbiamo scelto è quello dell’Eroica, la famosissima gara che, in chiave storica, ripropone un evento sportivo a dir poco massacrante. Infatti i  partecipanti devono percorrere, vestiti come pionieri del ciclismo, ben 205 chilometri di strade spesso sterrate utilizzando esclusivamente bici storiche. La cosa è ancora più impressionante tenendo conto che il lunghissimo percorso deve essere completato in un solo giorno. Il tutto si svolge nelle meravigliose colline Senesi, attorniati da dolci colline modellate dall’uomo che hanno reso la Toscana famosa in tutto il mondo.

Ripensandoci, come cicloturistica la Samanta non poteva propormi di meglio. L’idea di perdermi nelle polverose strade che attraversano le colline toscane per tre giorni, in perfetta solitudine, comincia a piacermi parecchio.
Arriviamo con comodo nel primo pomeriggio a Gaiole in Chianti. Qui avrà inizio la nostra personale Eroica che ci porterà in tre giorni a percorrere tutti i 205 chilometri del percorso. Le bici sono cariche e pesanti all’inverosimile e sto già pensando di lasciare in macchina metà della roba che sicuramente non userò. Ormai le borse sono fatte, perché preoccuparsi allora del peso? Non sarà certo un chilo in più o in meno a fare la differenza. La cosa che in verità ci preoccupa di più è il tempo. Le nuvole ci circondano minacciose cariche di pioggia. Anche la temperatura è scesa notevolmente dai giorni scorsi, improvvisamente sembra di essere ripiombati in pieno inverno. Ottimo! ci facciamo coraggio, non c’è momento migliore per mettersi in cammino, sotto l’acqua sarà veramente un’Eroica.
Incuranti della pioggia battente ci lanciamo nell’avventura, l’acqua che a secchiate ci bagna sembra darci la carica  invece di scoraggiarci.
Prima tappa: Gaiole in Chianti – Casciano
Lunghezza:                     62 km
Dislivello:                       1250 m
Questo primo giorno di pedalata sarà la tappa più tranquilla, ci permetterà così di abituarci al carico portato e di raggiungere l’unico campeggio in zona per la prima sosta.
Dopo poco la pioggia si calma probabilmente grazie al nostro atteggiamento positivo e pragmatico con cui siamo partiti, ne sono convinto.
Come a confermare la mia idea all’improvviso compare anche un timido sole che ci accompagnerà per il resto della giornata.
Dopo una prima parte su asfalto inizia una salita su fondo sterrato, una costante del giro impareremo presto, che ci conduce al bellissimo castello di Brolio.

La Sami inizia subito a brontolare sul mio passo e mi sprona… non ci si può fermare ogni dieci metri per una foto? Muoviti… daiiii!! Ma la marcia forzata a cui vorrebbe sottopormi non mi “garba” tanto. Quando sono in bici per me non esistono tempi o doveri di cronometro… le spiego! Ho con me se sempre le luci per ogni emergenza e  pedalare di notte non mi spaventa. Mi concede così un po’ di tregua e in breve arriviamo alle porte di Siena in uno stato di profonda serenità e felicità.

In un continuo sali e scendi arriviamo quasi alle porte del paese di Vescovado dove facciamo l’unica deviazione al percorso dell’Eroica che ci porterà al campeggio “le Soline” a Casciano di Murlo. Siamo gli unici ad aver montato la tenda, chissà perché? Mi chiedo, con un tempo così bello e le previsioni ancor più orride, la gente non si sarà mica fatta scoraggiare?  Un cielo stellato e terso ci sovrasta, ci concediamo una bella birra e una pizza e piombiamo nel sonno carichi per quello che ci aspetterà nei prossimi giorni.
Seconda tappa:  Casciano – Ponte d’Arbia
Lunghezza:                     88 km
Dislivello:                       1600 m
Ci svegliamo in una fresca mattina pasquale che miracolosamente ci regala ancora il sole. Facciamo una bella colazione, pronti e impazienti di affrontare la seconda tappa.

 Il percorso ci porterà a Montalcino per poi tornare quasi sui nostri passi a Buonconvento dopo un bel giro dell’oca. Non abbiamo però intenzione di prendere scorciatoie, l’eroica deve essere completata.

Inizia così la parte più bella e sicuramente più isolata del giro. L’asfalto lascia sempre più spesso il posto alle stradine sterrate dando un tocco decisamente retrò al paesaggio.

Non si può certo trovare una zona più adatta ad ospitare l’evento dell’Eroica, penso durante i lunghi tragitti che percorriamo sospesi in un tempo indefinito. Intanto le nuvole si addensano minacciose sopra le nostre teste e dopo una lunghissima e tosta salita entriamo nel famoso paese di Montalcino.

Ci accampiamo come zingari in un parchetto circondati da dai turisti che ci guardano curiosi. Facciamo un veloce pranzo senza però rinunciare al buon cibo, formaggi e pane toscano sono sempre una garanzia. Dopo un buon caffè fatto con la moka,un lusso imperdibile, ripartiamo proprio quando le prime gocce cominciamo a bagnarci il viso. Durante una lunga discesa l’acqua torna prepotentemente a farsi viva e così in breve ci ritroviamo bagnati come pulcini. Raggiunto il punto più basso passiamo il paese di Torrenieri sempre accompagnati da una pioggerella costante anche se non molto intensa per fortuna. Da qui riprendiamo lentamente quota sempre più isolati. Il vento nei tratti di crinale ci sbalza lateralmente e la temperatura crolla improvvisamente, ci rendiamo conto che l’eroica è cominciata sul serio!

Tutti zuppi e infreddoliti raggiungiamo un paesino di per se insignificante, ma per noi sarà ricordato come il posto incontrato più bello, il borgo di Lucignano d’Asso. Poche case arroccate una sull’altra e un solo bar che funziona anche da ristorante e negozietto, un gioiellino sconosciuto e salvato dal turismo di massa.

A malincuore riprendiamo la marcia, la giornata è ormai conclusa e noi non abbiamo assolutamente idea di dove dormire. Ridiscendiamo, guidati dall’infinito gioco dell’oca che è il percorso dell’eroina al paese di Buonconvento. Una bella cittadina fortificata e purtroppo assediata da persone che si riversano negli stretti vicoli che l’attraversano. Noi siamo mortalmente assetati e cerchiamo disperatamente un bar tranquillo dove farci un calicino di rosso in santa pace. Finalmente al margine del paese lo troviamo e ci concediamo una più che meritata sosta. Intento il cielo si è ripulito dalle nuvole e un principio di tramonto timidamente si fa strada all’orizzonte. Ormai la giornata è conclusa, torniamo velocemente in sella, un po’ brilli, alla ricerca di una casina per passare la notte.

 Inizialmente l’idea era quella di dormire nel paese di “ponte d’Arbia” e proprio alle porte del borgo ci informiamo su dove poter piantare la nostra tenda. Loro gentilmente ci consigliano di contattare un agriturismo che sicuramente ci poteva lasciare un spiazzo per campeggiare. Proviamo a contattarli telefonicamente, ma sentendo la nostra richiesta si rifiutano di aiutarci giustificandosi con un’incomprensibile “ non è la nostra politica aziendale”, maaaa? Che caxxo vuol dire ci siamo immediatamente chiesti. Niente di grave, pochi chilometri prima abbiamo visto una pieve isolata sopra a un piccola altura. Magari ci daranno ospitalità lì! Raggiunta la chiesetta, che scopriremo chiamarsi Pieve di Piana, la troviamo in ristrutturazione e incustodita. Un posto perfetto per campeggiare, a parte forse il fatto di essere praticamente dentro a un cimitero. Contenti all’inverosimile non ci facciamo spaventare dalla presenza dei morti, a pensarci bene sono molto peggio i vivi e montiamo velocemente  la  tenda. Durante la cena secchiamo il vinello che ci siamo portati dietro dal bar a Buonconvento e in breve ci immergiamo nei sacchi a pelo sprofondando in un sonno profondo.

Terza tappa: Ponte d’Arbia – Gaiole in Chianti
Lunghezza:                     83 km
Dislivello:                       1780 m
Durante la notte la temperatura è incredibilmente diminuita e al nostro risveglio la sola idea di uscire dal sacco a pelo ci sembra inconcepibile. Mi faccio comunque forza e esco in preda al tremore, saremo non tanto lontani dallo zero e l’umidità non fa che peggiorare la sensazione di profondo gelo. Mi sposto al sole per preparare la colazione e ne approfitto per ammirare il bellissimo panorama che ci circonda. Grazie al tepore di un timido sole e del caffè ci rimettiamo lentamente in moto preparandoci all’ultima tappa, la più dura.

Il percorso ci porterà a lambire il paese di Asciano e, ben presto, lasciato l’asfalto per una micidiale sterrata in un continuo di discese e salite usciamo dalla civiltà. La Sami vedendomi un po’ attardare ricomincia a innervosirsi, minacciandomi di lasciarmi solo. Incurante delle sue proteste proseguo del mio passo trovando anche il tempo di fare qualche foto.

La stanchezza comincia a farsi sentire e con essa la voglia di una sosta per mangiare qualcosa e soprattutto bere un calicino di rosso. Ma l’attesa sarà lunga, siamo sperduti nel nulla circondati solo da campi coltivati e cascine. Ci sembra impossibile non trovare lungo il nostro percorso neanche un centro abitato, questo aspetto selvaggio della Toscana non smette mai di stupirci.

Ormai rassegnati alla nostra solitudine, finalmente arriviamo al paese di Castelnuovo Berardegna, dove niente ci può impedire di prendere un bicchierino di rosso e mangiare. Un po’ brilli ci rimettiamo in marcia, la strada è ancora lunga e prima di raggiungere Gaiole ci aspetta ancora una lunga salita. Una volta incrociato il percorso d’andata presso Pianole iniziamo una salita graduale e infinita attraversando vigneti e boschi fino al paese di Radda in Chianti. Siamo stanchi all’inverosimile, ma la vicinanza alla meta ci dona nuove energie facendoci sentire euforici.
 Non ci rimane che affrontare un ultimo tratto in salita fino a scavallare nella valle di Gaiole.

 Una veloce discesa ci condurrà senza ulteriori sforzi a Vertine e in fine alla nostra agognata meta.

Appena arrivati ci rilassiamo e ci godiamo un più che meritato riposo, qualche brindisi alla nostra e felici come bimbi torniamo a casa con un’ infinità di ricordi stupendi.

Qui tutte le foto

Qui la Traccia GPS 

3 risposte a "L’eroica – Un salto nel Passato"

  1. Anonimo ha detto:

    complimenti. bel racconto belle foto! mi avete fatto sognare… è la mia zona preferita ma fatta in mtb è il connubio perfetto

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