Le emozioni provate sul Gran Sasso mi hanno fatto innamorare di questo nostro incantevole appennino. L’Italia è un paese straordinario che ci può regalare scenari indimenticabili in ogni regione. Non solo le mete più blasonate delle Alpi , ma anche i meno considerati Appennini sono in grado di stupirci profondamente. Proprio per questo motivo ho deciso di unirmi al grande Tottero in questa avventura, alla sua chiamata l’MFTT risponde prontamente!
Raggiungiamo ormai a notte fonda i nostri compagni d’avventura alla locanda del Cervo in località Paladini.
Io e Kevin siamo ancora intontiti dalla stanchezza del giro sui Simbruini e soprattutto dalla mostruosa cofana di pasta di mia nonna. Arriviamo ormai allo stremo delle forze, ma per fortuna il buon Tottero ci ha aspettato alzato e ci guida alla nostra camera.
Il giorno seguente facciamo conoscenza con tutta la comitiva: fede77, tomiw, tottero e kiko.
Siamo fiduciosi per il meteo, anche perché la nostra guida ci aveva assicurato il sole. I nuvoloni che si stanno addensando sopra la nostra testa però non promettono nulla di buono. Non ci preoccupiamo più di tanto, ormai siamo diventati dei bikers anfibi. Con mio grande stupore incontriamo un carbonaio… da non crederci! Solo in Abruzzo e possibile vedere ancora cose simili!
La nostra prima tappa è l’arrivo degli impianti di Prato Selva dove ha appena aperto il bike park per la stagione estiva. L’umidità è alle stelle durante la faticosa salita nel bosco.
Siamo ormai fradici di sudore quando cominciano a cadere le prime gocce. Ecco ci siamo, altra acquaaa!!! Bastaaaaaaa!!! La pioggia aumenta sempre di più di intensità. Quando raggiungiamo l’asfalto che porta agli impianti un fulmine si scarica vicino al Tottero. Pauraaaaa, per un pelo non rischiavamo di avere un Totterlo flambè! Ormai spolti ci gettiamo dentro al rifugio. Siamo un pò demoralizzati, le condizioni meteorologiche non ci invogliano certo a qualche discesa freeride del bike park. In compenso ci ricarichiamo con qualche meravigliosa birra Chouffe… incredibile trovarla anche qui!!! Per fortuna dopo poco la pioggia sembra darci tregua. Ci portiamo quindi in quota sfruttando la seggiovia e ci lanciamo nella discesa che ci porterà al rifugio del Monte ai piedi dell’imponente monte Corvo.
Le maledette nuvole non ci fanno ammirare l’imponente parete del Corvo… noooooo, che palle! per colpa di questo meteo maledetto andrà a finire che non vedrò niente del Gruppo del Gran Sasso.
Riprendiamo la discesa con un pò di rammarico. Il sentiero è un pò sporchino, ma comunque molto divertente. Raggiungiamo così Intermesoli dove abbiamo lasciato le macchine per il recupero. Ricomincia a diluviare, il morale scende come la pioggia! Con un tempo così può diventare pericoloso trovarsi in quota oltre i duemila. Il programma sarebbe quello di salire al rifugio Duca degli Abruzzi per la notte per poi scendere dalla val Maone. Stiamo per rinunciare quando Stex, un amico del Tottero, lo contatta al telefono. Ci informa che domani le previsioni meteo per la zona Campo Imperatore danno sole. Ci aggrappiamo a questa sottile speranza, siamo proprio disperati! Tra l’altro ci raggiungerà anche lui in giornata per pernottare al Duca degli Abruzzi!! Un mito!! Ci spostiamo in macchina a campo Imperatore. Effettivamente qui non piove e il cielo comincia lentamente a pulirsi dalle malefiche nuvole. La speranza si riaccende nei nostri ormai spolti cervellini.
Attraversiamo in auto bellissime collinette erbose quando all’improvviso ci appare difronte il massiccio del Gran Sasso. Velato dalla foschia sembra su miraggio.
Arrivati alla stazione a monte della cabinovia lasciamo la macchina e dopo una quarantina di minuti di salita su ripido sentiero raggiungiamo finalmente il Rifugio.
Facciamo la conoscenza della militaresca gestrice del Duca che ci cazzia per mille motivi diversi. Intanto il vento sta spazzando le poche nuvole rimaste aprendo l’impenetrabile sipario che ci impediva la vista delle vette del Gran Sasso. Il panorama che si rivela ai nostri occhi è commovente. Le vette principali, Corno Grande, Corno Piccolo, pizzo d’ Intermesoli si parano davanti a noi, imponenti muri di roccia che sovrastano una valle verde e bianca.
I momenti di sconforto sotto l’acqua sono lontani anni luce, seppelliti in un angolo remoto dei nostri ricordi. Il nostro romanticismo però deve cedere il passo alla fame mostruosa. Ci lanciamo sulla cena come un branco di lupi affamati, tutto sembra squisito! Ripensando adesso alla cena rimediata sono quasi certo che i nostri criteri di valutazione sono stati seriamente compromessi dal digiuno.
A tavola Stex entra in argomento Monti Sibillini: presto organizzerà una traversata di due giorni attorno al Monte Vettore, la cima più alta del gruppo. Come una cozza mi attacco tenacemente: Stex… io e Kevin ci prenotiamo per questo giro! Contaci, mi raccomando!
Il tempo di dire altre due o tre cazzate e ci lasciamo morire in branda. La giornata è stata pesante, siamo tutti un pò provati.
Al mattino, al nostro risveglio, ci accoglie una giornata splendida, neanche una nuvola, sembra che una colossale aspirapolvere abbia pulito il cielo.
Tomb, Stex e Tomiw si svegliano all’alba per qualche foto riuscendo a immortalare addirittura un magnifico camoscio. Che fortunelli che sono!
La ciurma riparte, siamo entusiasti! Il nostro azzardo è stato ampiamente ripagato da una giornata da cartolina.
Sotto di noi un largo vallone sarà la nostra discesa, la val Maona entra a pieno diritto tra i posti più belli che io abbia mai visto.
La neve chiazza con enormi macchie bianche un prato di un verde accecanti completamente in fiore. Non c’è una linea precisa da seguire. Qui regna la vera libertà, la parola Freeride è il termine più azzeccato per descrivere ciò che proviamo.
I colossi di roccia ci guardano dall’alto e noi ci sentiamo dei puntini insignificanti al loro cospetto. Il panorama, la distesa di fiori e le vette sono uno spettacolo tale da costringerci a rallentare e fermarci per ammirarli.
La discesa infinita ci porterà dalla considerevole quota di 2400 a 400 metri a ridosso del fiume Vomano. Un’infinità di emozionanti singletrack che sembrano non avere mai fine.
Al termine un pulmino ci riporta a campo Imperatore dove ci aspetta una mangiata colossale a base di arrosticini. Una citazione doverosa va al buonissimo amaro del Gran Sasso, una delizia irrinunciabile.
Un grazie di cuore a tutti i partecipanti, in particolar modo al grande Tottero che ci ha guidato in questa stratosferica avventura!!
A prestoooooo
Qui alcune foto dei protagonisti
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la prossima volta che piove…sai chi chiamare!!! 🙂
bello!!!grande!!!
stex
MFTT & UAM connubio perfetto sul Gran Sasso! Bravissssssimi!
la prossima volta ci vuole mftt uam val lamone e senio!!!