L’iniziativa adotta anche tu un Anny è stata un gran successo. Le richieste sono state innumerevoli però soltanto una coppia fortunata ha potuto godere di questo enorme privilegio. Appena le pratiche di adozione si sono concluse mi sono quindi prontamente trasferito in casa dei vincitori: Albi e la Fede.
Le idee per il nostro primo fine settimana assieme sono tante, non è facile decidere, le possibilità di ammazzarsi sono infinite. Importantissime le fasi iniziali dove l’imprinting è determinante per la formazione del giovane freerider.
Sabato 16/04/11
Accantoniamo un momento le mie solite caxxate e cominciamo il resoconto semi-serio…visto la recente nevischiata in appennino decidiamo di fare una scialpinistica in zona Battisti. Speriamo che il rifugio sia aperto, sarà una buona occasione per fare conoscenza della nuova gestione. Come si è potuto capire siamo io, Albi e la Fede. Partiamo da Febbio per una classicissima risalita al Batti passando per il Passone. Di neve ne è venuta un pochino, ma si capisce sin da subito che il fondo scarseggia e purtroppo i sassi affioranti abbondanoooo.
Peccato perchè la neve sembra bella. Il freddo intanto è tornato a farsi sentire in questo afoso inizio di primavera. Come sempre ci accompagna il vento, in questa zona è una certezza purtroppo. Arriviamo al Passone con qualche difficoltà: infatti la neve tende ad incollarsi alle pelli, creando uno zoccolo enorme. Le nostre fatiche nell’avanzare si duplicano e ci dobbiamo fermare spesso per liberarci dalla zavorra sgradita. Una soluzione poteva essere la paraffina per le pelli, ma come sempre la sfiga mi segue come un’ombra: l’unica volta che mi serviva l’ho dimenticata a casa.
Cominciamo a scendere verso il Batti, ahhhhh, gli scuri sembrano tutti chiusi, mi dispero, stavo già pregustando una bella mangiata. Come Edoardo Raspelli, in mela verde, ero pronto alla recensione culinaria sulla nuova gestione del rifugio. Ma avvicinandosi sembra che ci sia qualcuno, infatti qualche scuro si apre, e vai… mi riprendo improvvisamente dallo sconforto… però le nostre fatiche non sono ancora finite.
Io e Albi decidiamo infatti di salire sul Prado sperando che non ci sia troppo ghiaccio. Intanto la Fede ci aspetta al rifugio, che fortunella! Decidiamo di salire per il canale centrale del Prado.
Ci lasciando sulla nostra destra il Lago Bargetana e cominciamo la scalata. Dopo pochi minuti mi rendo conto di non essere proprio in forma. Probabilmente in questo periodo sto chiedendo al mio fisico un po’ troppo. Poco male, approfitto delle numerose soste per fare qualche foto in più.
Arriviamo in vetta, la vista delle Apuane mi affascina come sempre. In questa occasione il sentimento è ancora più forte, infatti mi sono giunte alcune voci che danno la mia nuova famigliola in “gita” proprio sulle Apuane.
Sarà sicuramente una passeggiatina tranquilla, immagino! Non pensiamo al domani, è il momento di farsi una scorpacciata al Batti. Ho qualche difficoltà anche in discesa, le mie gambe non rispondono prontamente ai comandi. La neve ventata poi non aiuta certamente. In qualche modo termino la discesa del canale senza cadere e mi ricongiungo con Albi. Arriviamo così al Batti, siamo solo noi tre, oggi è il rifugio è tutto per noi. Facciamo conoscenza della Mascha: la ragazza che si è fatta carico del pesante fardello del Batti. Non sarà facile fare i conti con l’eredità lasciata dal mitico Robby. Mangio come non ci fosse un domani, ultimamente ho sempre fame, ma soprattutto bevo a nastro del buon vinello. Non rifiuto dolce, mirtillino e caffè… non si può solo soffrire o sbaglio? Adesso sì che ragioniamo, mi sento molto meglio! Lo so che è solo un’illusione, appena proverò a muovere un muscolo scoprirò che le energie saranno tutte richieste per la digestione. Dopo un po’ di chiacchiere con la Mascha dobbiamo purtroppo ripartire. La destinazione questa volta è il monte Piella per poi scendere dall’inedito, almeno per me, canale dell’Angelo. Il canale è immacolato e la neve non sembra per niente male. La Fede è tesa, vorrei vedere, ha iniziato da pochissimo a sciare e già la buttiamo in discese assurde. Si comporta comunque alla grande e non molla.
La discesa si rivela entusiasmante, infatti la nevicata recente non è stata vanificata dal vento. Spettacoloooo! Il manto nevoso è una pagina bianca dove i nostri sci disegnano onde regolari… fermatemiiiiii!!!
Riusciamo ad arrivare fino al limite del bosco con gli sci ai piedi senza fresarli irrimediabilmente sulle rocce. Percorriamo un ultimo tratto a piedi fino alla macchina dove ci aspetta un piacevole sorpresa: sul parabrezza dell’auto di Albi hanno disegnato un caxxone gigante con un pennarello indelebile. L’esecuzione dell’opera d’arte è perfetta, si vede che l’autore ne ha visti parecchi! ahhhhhh, ci metto due secondi a capire chi è l’artefice: Arsuraaaaa! Solo lui può avere una maestria tale. Il sospetto verrà poi confermato più tardi da una confessione telefonica. Grande Arsu, sei il re degli scoppiati!
La nostra nuova famiglia si incammina verso casa, domani ci aspetta una giornata epica di arrampicata sul monte Pizzo d’Uccello. Non sono per niente sicuro di sopravvivere a questa nuova avventura. Appena tre uscite in falesia non credo che siano sufficienti per prepararsi a 500 metri di una via lunga. Morirò e mi piace anche…
A presto con la seconda parte….