Meteo demoralizzante, scambio di messaggi laconico: “ci vediamo alle 8.30 ai Ponti e vediamo cosa fare”. Alle 8 mentre scendo da Montese vedo nuvoloni densi coprire il crinale e già mi immagino mentre facciamo colazione al bar per un rientro immediato.
Quando Sergi1 arriva mi lancia una proposta fulminante: saliamo in macchina al Pratignato, poi Cappelbuso, Orti e Casella. Partiamo immediatamente.
All’imbocco della forestale che porta all’inizio di Cappelbuso ci cambiamo sotto le prime gocce di pioggia e partiamo a freddo con l’intenso strappetto che porta al sentiero. Tiriamo fiato mentre Sergi1 indossa le protezioni e via…
La prima discesa scorre veloce sotto le ruote e, anzi, ogni tanto le ruote scorrono veloci sulle pietre bagnate regalandoci emozioni delle quali si farebbe volentieri a meno! Il sottobosco è particolarmente buio e il tutto contribuisce a rendere l’ambientazione decisamente autunnale.
La seconda discesa, per me inedita, è quella degli Orti (altrimenti detta Jean Pierre). Affrontata tutta d’un fiato, senza nemmeno una interruzione, è piuttosto impegnativa! Parte con una serie di tornanti infinita e prosegue in passaggi su pietre smosse, oggi particolarmente insidiose.
Chiusa la seconda discesa rilassiamo le braccia pedalando verso l’imbocco dell’ultimo tratto. Ci infiliamo nel sentiero come due tetraplegici sotto gli occhi divertiti di due fungaioli: Sergi1 lascia una quantità imprecisata di pin sulla pietra che segna l’inizio del sentiero, io tento di passare tre volte senza riuscirci e poi decido di andare a piedi… Si poteva anche far meglio!
Sentiero veloce, fondo di pietre per lo più stabili, reso divertente da tanti saltelli naturali. Chiudiamo la discesa con il ripidone della madonnina e ci mettiamo subito in macchina per ripararci dalla pioggia che ci ha accompagnato per tutta la discesa.
Recupero auto e meritatissima Moretti ghiacciata in centro a Fanano per chiudere una giornata rubata al maltempo che, comunque sia andata, ci ha fatto divertire!