Un inedito assoluto… il giro del Bernina in MTB – GIORNO 4

Giorno 4: Selva di Poschiavo – Chiesa di Valmalenco

Distanza:  37 km
Dislivello: 1650m
Difficoltà: Elevata, sia in salita che in discesa

Ci svegliamo prima del solito in un’altra mattinata da cartolina, nessuna nuvola all’orizzonte e una temperatura da commuovere.

Visto le difficoltà che ci aspettano oggi e soprattutto visto le incertezze sul tracciato decidiamo saggiamente di anticipare la sveglia di un’oretta.
Fino all’alpe Cancian a quota 2100 siamo sicuri della completa ciclabilità del percorso, dopo l’alpe invece abbiamo solo dubbi e informazioni sommarie. Si parla di scale da percorrere in discesa, tracce di sentiero, sfasciumi di rocce… insomma siamo già praticamente certi che moriremo tutti! La salita a parte qualche strappo iniziale ci consente di guadagnare quota velocemente senza troppi smadonnamenti.

La forestale diventa sempre più pendente e gli ultimi strappi per arrivare all’alpe di Cancian diventano una prova da superare più di testa che con le gambe.

Una volta arrivati la strada sterrata lascia il posto ad un impervio sentiero che ci constrige subito a lunghi tratti a spinta.

Arriviamo così in qualche modo nei pressi di un ponticello che attraversa un torrente di acqua gelida. Ruttok prende la palla al balzo e si getta, vestito di solo fondello, dentro l’acqua. Mi sembrava strano che non lo avesse fatto ancora nonostante il gran numero di torrenti incontrati.

Recuperate un pò le forze e scongelato il buon Ruttok riprendiamo la bici in spalla, tanto ormai siamo degli esperti, e ci incamminiamo verso il passo.
Per fortuna in qualche tratto riusciamo anche a fare due pedalate tanto per far riposare le nostre povere schiene.

Giunti al passo, senza neanche troppa fatica a dire il vero, ci troviamo nuovamente al cospetto del gruppo del Bernina. Ormai una presenza costate di tutto il giro, altrimenti cosa lo chiamavamo a fare “il tour del Bernina”, eh?

Siamo tornati nuovamente in Italia, ci aspetta però ancora un altro passo per poter vedere la val Malenco da cui siamo partiti. Intanto ci concediamo una pausa e una più che doverosa foto di gruppo.

Attraversiamo prati fioriti in un ambiente grandioso, i ghiacciai del Bernina e del Pizzo Scalino ci osservano dall’alto.

Ancora uno sforzo e in breve raggiungiamo il punto più alto della tappa, il passo di Campagneda a quota 2636.

Mangiamo una specie di tomino ipercalorico regalatoci al rifugio a Selva e, una volta indossate le protezioni, ci lanciamo in discesa. Un signore incontrato lungo il percorso ci ha avvertito di un pezzo attrezzato di una 20 di metri con una scala. mmmm, speriamo solo di riuscire in qualche modo a far passare le nostre amate bici senza vederle precipitare…
La prima parte di discesa è tutto su sfasciume detritico, ma in qualche maniera i più tecnici riescono a passare in sella. I laghetti di campagneda ci aspettano curiosi al di sotto di un bel salto roccioso.

Raggiungiamo il tratto critico e con nostro grande sollievo ci accorgiamo che tutto sommato è fattibile senza pericoli. Come al solito le persone tendono a esagerare con le difficoltà. Un semplice passamano ci permette così di passare l’ostacolo e continuare la lunga discesa.

Il sentiero, sempre molto tecnico, ci fa perdere velocemente quota fino a raggiungere i laghetti che costellano la stupenda conca di origina glaciale. Di fronte il Disgrazia torna a farci visita in tutta la sua imponenza.

La discesa si fa più dolce, il nostro trenino raggiunge velocemente il rifugio Runcasch, dove finalmente potremmo mangiare a sazietà senza essere spennati dal maledetto Franco Svizzero.

Qui tra una birra e l’altra decidiamo di non tagliare il giro per asfalto, possibile scorciatoia, ma di proseguire come da programmi fino al Lago Palù. Questa decisione ci aumenterà notevolmente le fatiche soprattutto a causa della salita micidiale che porta al passo di Campolungo.

Teniamo duro e dopo un’oretta di salita sulle piste da sci finalmente raggiungiamo il Lago di Palù.

Percorriamo ora , sempre in discesa, un sentiero molto tecnico che tra un tornantino stretto e un gradone dietro l’altro ci porterà al paese di San Giacomo il val Malenco.

Un ultimo tratto di singletrack ci riunisce al sentiero Rusca che abbiamo percorso il primo giorno. Qui visto l’orario e la stanchezza optiamo per scendere per asfalto e non per la pineta che comporterebbe sgradevoli sali-scendi. (la traccia che ho messo prevede la variante sterrata con discesa finale  freeride del cimitero).
Come tanti biglie in una canala percorriamo i tornanti che ci separano al paese di Chiesa e alla nostre meritatissime birre.

Come sempre l’elemento più importante che ha reso indimenticabile questo giro è stata il grande affiatamento del gruppo che ha superato con serenità tutte le difficoltà.

Chissà quali avventure vivremo la prossima volta… non vedo l’ora di scoprirlo!

Alla Prossimaaaaaaaa, Anny

3 risposte a "Un inedito assoluto… il giro del Bernina in MTB – GIORNO 4"

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